E’ autunno inoltrato, gli alberi sono ormai privi di foglie, i semi riposano sotto terra, le giornate sono fredde e l’oscurità intorno a noi avanza. La luce e il calore si raccolgono in una discesa nell’intimità della natura e del nostro animo, fortificando il pensare e il volere. Gli spiriti di natura riposano in pace nel grembo della Terra e tessono la trama della vita del nuovo anno, l’uomo si concentra su ciò che deve compiere, su ciò che può imparare e migliorare dentro di sè e intorno a sè.
Ci stiamo avvicinando al Solstizio d’Inverno, che culminerà il 25 dicembre nella festa del Sole interiore, che fa risplendere di luce dorata tutta la Terra.
E’ un tempo di magia e suggestioni, tante belle leggende e tradizioni possono accompagnare le famiglie con i loro piccoli in questo periodo dell’anno.
La tradizione contadina vuole che il 4 dicembre si possono preparare i rami di Santa Barbara, tagliando rami di ciliegio, melo, susino, mandorlo, forsizie, ippocastano, gelsomino…Si stendono per un’intera notte in acqua tiepida, poi si tagliano diagonalmente alla base e si mettono in un vaso con acqua normale in una stanza di casa, magari accanto al Presepe. Si cambia l’acqua ogni 3 giorni e si umidificano un po’ i rametti, poi si attende la loro fioritura che avverrà nel periodo natalizio, donando alla casa un’atmosfera di magica attesa per la nuova primavera.
Il 5 dicembre San Nicola bussa alla porta con il suo bastone e chiede di entrare. Una splendida sedia è stata preparata per lui. Egli apre un grande libro d’oro e lo legge, guardando i bambini, lì sono annotate tutte le azioni che ha compiuto il bimbo durante l’anno. Dopo aver dato dei consigli ad ogni piccino San Nicola apre il suo sacco pieno di cose buone: noci, biscotti, dolci, mele e frutti autunnali. I bambini ringraziano con canti e doni. Questa è per i bambini un’occasione molto solenne. I bambini sentono che San Nicola, con il suo abito sacro, è il loro “guardiano”, il guardiano di ciò che hanno di migliore dentro di loro. Egli conosce ognuno dei bambini nel profondo dell’anima. San Nicola non può recarsi in ogni abitazione, così i bambini la sera puliranno i loro stivaletti e li metteranno fuori della porta insieme a dei dono per il santo. La mattina vi troveranno dei dolci e una letterina personale scritta con lettere dorate.
Ecco un semplice racconto che si può narrare ai bambini:
“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola. Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli. Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele. Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole. Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera. Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre. Il vescovo Nicola bussò ad una di esse. In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa. Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco. Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci. Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul suo cavallo bianco e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.
Il 13 dicembre la novella di Santa Lucia è adatta ai più piccini e la suggestione che porta con sé aumenta il fascino del Natale. Santa Lucia, regina della Luce, arriva dal cielo, su un carretto pieno di doni, trainato da un asinello. I bambini mettono sulle porte di case fieno e latte per l’asinello e biscotti per la santa.
Le quattro settimane che precedono il Natale sono l’attesa più profonda e gioiosa che il bambino prova nell’arco dell’anno. Pian piano nell’angolo della stagione scompaiono i colori e gli oggetti dell’autunno, così come il sole tramonta, e appaiono: il calendario d’avvento, le candele, gli angeli di lana, le stelline di feltro e… il presepe che si arricchisce di pietre, piante, animali e personaggi ogni giorno che passa. Quale meraviglia nei piccoli occhi che cercano ciò che la notte ha portato nella stanza, con quanta gioia le mani preparano doni, regali per i genitori, i nonni, gli amici, sono piccole cose realizzate da loro. È importante per l’adulto imparare a ricevere con la giusta coscienza i semplici doni fatti dalle mani dei bambini, portarli a casa e conservarli, apprezzando il loro lavoro.
I quattro angeli dell’Avvento accompagnano i bambini nelle settimane che precedono il Natale.
Durante la prima settimana, un angelo discende dal cielo per invitare gli uomini a prepararsi per il Natale. E’ vestito con un grande mantello blu, intessuto di silenzio e di pace. La maggior parte della gente non sente il suo arrivo perché é troppo indaffarata nelle faccende quotidiane. L’angelo blu canta con voce profonda e soltanto quelli che hanno un cuore attento possono sentirlo. Egli canta: ” Il cielo scende sulla terra. Dio viene ad abitare nel cuore degli uomini. Siate desti! Apritegli la porta”. E quelli che lo sentono incominciano a prepararsi per il Natale, cantando canzoni e accendendo candele…
Durante la seconda settimana, un angelo col mantello rosso scende dal cielo e porta un cesto vuoto con la mano sinistra. Questo cesto é intessuto di raggi di sole e può contenere soltanto ciò che é leggero e delicato. L’angelo rosso passa su tutte le case e cerca; guarda nel cuore di tutti gli uomini per vedere se trova un po’ di amore….Se lo trova, lo prende lo mette nel cesto e lo porta in alto, in cielo. E lassù le anime di tutti quelli che sono sepolti in terra e tutti gli angeli prendono questo amore e ne fanno luce per le stelle.
Nella terza settimana, un angelo bianco e luminoso discende sulla terra. Tiene sulla mano destra un raggio di sole. Va verso gli uomini che conservano in cuore l’amore e li tocca col suo raggio di luce. Essi si sentono felici perché nell’inverno freddo e buio sono rischiarati ed illuminati. Il sole brilla nei loro occhi, avvolge le loro mani,i loro piedi e tutto il corpo. Anche i più poveri e gli umili sono così trasformati ed assomigliano agli angeli, perché hanno l’amore nel cuore. Ma non tutti vedono questo angelo bianco, solo gli angeli e coloro i cui occhi sono stati illuminati dalla sua luce. E’ con questa luce negli occhi che si può vedere anche il piccolo Bambino che nasce nella mangiatoia.
Nella quarta e ultima settimana di Avvento, appare in cielo un angelo dal mantello viola. L’angelo color viola passa su tutta la terra tenendo col braccio sinistro una cetra d’oro. Suona una musica dolcissima e canta soavemente. Ma per poterlo udire occorre avere un cuore silenzioso ed attento. Egli canta il canto della Pace. Molti piccoli angeli lo accompagnano e cantano con lui: ” Pace in terra agli uomini di buona volontà” , allora tutti i semi che dormono sulla terra si risvegliano e la Terra stessa ascolta e trasale: il canto degli angeli le dice che Dio non la dimentica e che un giorno sarà di nuovo un Paradiso.
A cura di Elena Sanzovo