Formazione: Le finestre evolutive nello 0-6 – La “Finestra di tolleranza”

La teoria della “Finestra di tolleranza” di Daniel Siegel (1999), psichiatra statunitense, la definisce come:

“il range all’interno del quale le diverse intensità di attivazione emotiva e fisiologica possono essere integrate senza interrompere la funzionalità del nostro sistema”, rappresenta quindi la nostra capacità di affrontare e gestire stress, eventi difficili o dolorosi, frustrazioni, mantenendo una buona regolazione emotiva.

Ciò che determina l’ampiezza della finestra sono caratteristiche (innate o ereditate) quali: temperamento, corporeità, sensibilità, ecc… ma ancora più significative sono le esperienze di vita, a partire dai vissuti della prima infanzia, in particolare dal tipo di relazione che si instaura con gli adulti di riferimento. Nei primi anni di vita infatti, i bambini non sono in grado di regolare le proprie emozioni, di auto-consolarsi, lo apprendono se accompagnati in una danza interattiva, di sintonizzazione con l’adulto.

I fattori che fanno si che la finestra sia grande sono:

  • l’amore e i gesti di cura ricevuti,
  • il rispetto dei bisogni,
  • il sentirsi accolti e ascoltati,
  • il tipo di stimoli ricevuti,
  • l’esempio ricevuto,
  • crescere in un ambiente sicuro e armonioso
    Ecc…

I fattori che invece fanno si che la finestra sia piccola possono essere:

  • l’abbandono e la solitudine,
  • non essere compresi nei bisogni,
  • l’incuria ma anche l’ipercuria,
  • vessazioni e richieste non adeguate rispetto al percorso di crescita,
  • assenza o carenza di corretti stimoli anche dati dall’ambiente
    Ecc…

Cosa succede quando si superano i limiti della finestra di tolleranza?
Possiamo sperimentare due stati:

  1. Iperarousal (elevata attivazione): ansia, agitazione, paura o rabbia.
  2. Iporeattività (sottotensione): apatia, disconnessione o sensazione di “congelamento”.

Approfondire il concetto di Finestra di Tolleranza aggiunge un tassello alle nostre competenze emotive, indispensabili quando si ha la responsabilità di accompagnare i più piccoli in un percorso di crescita che sia armonioso affinché siano domani uomini e donne capaci di affrontare le criticità della vita.

L’intelligenza emotiva è la capacità di motivare se stessi e di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, ed a m ora, la capacità di essere empirici e di sperare.” (Goleman)

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